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16 settembre, 2013

BEAT? ITALIANO? di Sir Joe


Sotto il misterioso pseudonimo di Sir Joe, si cela una persona interessantissima e sicuramente conosciuta dagli appassionati della musica dei sixties. Finora, nei 5 numeri usciti, ha scritto per noi due articoli, ma molto molto interessanti, di quelli che fanno pensare e che creano anche dei dibattiti. In questo primo articolo, Sir Joe si chiedeva appunto il nesso e le possibilità di esistenza effettiva di un certo 'Beat Italiano'...
Sarà meglio che vi faccia leggere l'inizio...


Vi sono alcuni concetti che si sono perpetuati nel tempo fino a diventare abituali e ad essere considerati alla stregua di dogmi. A me pero’ sembra che le cose stiano un po’ diversamente, e cerchero’ di spiegarmi innanzitutto trattando separatamente i due termini « beat » e « italiano ».
BEAT
E’ invalsa, in Italia, l’abitudine di definire « musica beat » quella che ha caratterizzato un breve periodo, dal 1963 al 1967/68. Ovviamente, si tratta di un calco sul termine « Mersey beat » che si applicava ai complessi (e ai cantanti) di Liverpool, e di un riferimento al gruppo seminale più famoso dell’epoca (e di tutti i tempi). Pero’, mentre in inglese « Mersey beat » funziona perfettamente, e si è imposto come paradigma di un’epoca, diversa è la situazione per « musica beat ». Premetto che il termine « beat » (nella sua accezione non tecnicamente musicale) va ricondotto al movimento poetico/letterario nato a San Francisco negli anni ’50, fra i cui protagonisti citeremo Allen Ginsberg, William Saroyan, Lawrence Ferlinghetti. A mio parere, e contrariamente a quanto sostenuto da altri autori, tale movimento non ha avuto nulla a che fare con la cosiddetta « musica beat ». In effetti, chiunque abbia vissuto la scena musicale italiana di quegli anni puo’ testimoniare che, di Ginsberg e compagnia, non sapeva niente nessuno.
Vediamo che cos’è, tecnicamente, il beat. E’ semplice: si tratta del RITMO. Le accezioni tecniche « downbeat » e « upbeat » indicano il battere e il levare,..................


Tanto per mettere un po' di musica, i citatissimi ROKES, in una delle loro canzoni più belle: 
<<Ascolta nel vento>>


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